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21 Gennaio 1963: fugge Philby, «la talpa»

di Marco Innocenti

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20 gennaio 2010
Kim Philby (Lapresse)

Il 23 gennaio 1963 esplode la "bomba Philby". L'affascinante diplomatico britannico Kim Philby, che opera in Libano con la copertura di giornalista, scompare misteriosamente da
Beirut e si rifugia all'Est. Sospettando che i servizi di Sua Maestà stiano tendendogli una trappola, fugge sulla nave-frigorifero sovietica Dolmatova, per riapparire una settimana dopo a Mosca. Philby, comunista convinto, è una "talpa" al soldo di Mosca ma, apparentemente, a Londra nessuno sa nulla. La stampa londinese scava e saltano fuori cose interessanti: Philby era vicino a Burgess e McLean, due spie inglesi sedotte dal comunismo, è stato lui a fare la soffiata che li ha salvati e, soprattutto, era il "terzo uomo", quello che contava di più: un apprezzato agente dello spionaggio sovietico che ha trasmesso a Mosca informazioni di alto profilo, documenti riservati numerosi e importanti. L'Mi-5 lo ha "filato", stava per incastrarlo ma le manette sono state lente a scattare. Philby ha preso tutti sul tempo ed è fuggito. Per i segugi di Sua Maestà è stato un nuovo fiasco. La storia della beffarda superspia finisce qui. A Mosca fa il giornalista e l'istruttore del Kgb. Beve molto, coniugando le abitudini dei due Paesi. Considera l'Urss la sua vera patria. Muore d'infarto nella capitale sovietica l'11 gennaio 1988 dopo cinquant'anni di onorato servizio. Il funerale di stato sancisce il suo ruolo di benemerito della causa del Cremlino.

I rampolli bene
Facciamo un passo indietro, negli anni ruggenti di uno spionaggio impalpabile, alla Graham Greene, fra i padri di James Bond e i panni sporchi dei servizi segreti. Siamo nel maggio 1951, in piena Guerra fredda. Due cittadini britannici, Guy Burgess e Donald McLean, lasciano Londra per quello che sembra un normale week-end. In realtà, i due stanno scappando e sfuggono di misura a Scotland Yard. Burgess e McLean sono due spie di Mosca, due giovani diplomatici, rampolli progressisti e omosessuali della Londra "bene" che si sono schierati con l'Orso sovietico. Sono due della cinque "talpe" reclutate a Cambridge dal Kgb, i "Cambridge Five" (gli altri sono Kim Philby, Anthony Blunt e John Cairncross). Parigi, poi l'Est: la fuga riesce. Burgess si stabilisce in Urss, dove muore nel '63. McLean in Ungheria. Per i servizi britannici è una sconfitta dal sapore di beffa.

Profumo di scandalo
Torniamo agli anni Sessanta. John Profumo è un uomo di classe. Personalità spiccata, conversatore brillante, frequentatore dei salotti "in" di Londra, è il tipico politico di successo. Siamo nel giugno del '63 e in Gran Bretagna sono al potere i tories di Harold MacMillan. Profumo, 48 anni, è ministro della Guerra, un eccellente trampolino di lancio verso la poltrona di premier. L'uomo, però, ha uno scheletro nell'armadio, un piacevole "scheletro" di vent'anni dal corpo attraente e accessibile: è Christine Keeler, una splendida ragazza dai capelli color rame. Fa la squillo, dicono, come dicono che il "vecchio John" abbia una relazione con lei. La voce corre e arriva all'Mi-5 e ai Comuni. Christine non è una santa, ma questo è un problema di Profumo e della moglie, l'affascinante ex attrice Valerie Hobson. Il punto è un altro: fra i suoi favoriti c'è Evgenij Ivanov, un attraente diplomatico sovietico targato Kgb. Profumo, con la terra che gli scotta sotto i piedi, avverte irresistibile la tentazione di mentire. "Nei rapporto fra me e miss Keeler non c'è mai stato niente di sconveniente". L'affermazione, fatta ai Comuni il 22 marzo, è un boomerang. Tempo pochi giorni e Profumo viene clamorosamente sbugiardato. Gli "amichevoli" incontri non erano propriamente innocenti. Il "vecchio John" è spacciato. Una relazione con l'amante di una spia sovietica è decisamente indigesta. Il 5 giugno l'aspirante premier si dimette, ritirandosi a vita privata. Sui rotocalchi di mezzo mondo i lettori divorano le lunghe gambe di Christine, i suoi occhi da gatta, i lunghi capelli sciolti sulle spalle, il viso freddo da call-girl sensuale e costosa. Il suo volo sarà rapido, da stella filante, e le pieghe di oggi, sul volto da sessantenne devastata, ricordano come il tempo sappia essere impietoso. Profumo vive a lungo, defilato e dignitoso. Muore il 10 marzo 2006, a 91 anni, ed è la sua seconda morte.

20 gennaio 2010
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